mercoledì 23 febbraio 2011

il portale " ACCADEMIA NELL' ACCADEMIA " nasce ufficialmente oggi in sede d' esame, 23/02/2011.

Piomba sulle spalle il secolo cane-lupo, ma non ho sangue di lupo nelle vene...
Questi due versi di Mandel'stam (Poesie, traduzione italiana si S. Vitale, Garzanti, Milano 1972, p.89), possono aver suggerito, assieme ad altro che scotta sul fronte dolorosamente "mobile" e "aperto" della formazione artistica abbandonata in un ghetto postmoderno affatto anacronistico che ha nome Accademia di Belle Arti, un nome dimenticato eppur glorioso, possono aver suggerito assieme ai cstruttori del Mondo Nuovo di Cristina Show-Aldo Spoldi, la costruzione di un veicolo didattico come l' Accademia nell' accademia e del suo "portale" elettronico.
Quest' ultimo ha anche una funzione pratica: coordinare tutte le attività corsuali in essere, predisporre quelle future. Dare la possibilità agli studenti di "dialogare" tra loro e con i riferimenti formativi inclusa la bibliografia "vivente" del Corso di storia dell' arte triennale del prof. Rolando Bellini che ha generato quest' accademianell'accademia (una teutologia beuysiana)e cioè in ordine d' importanza: Aldo Spoldi, Nicola Salvatore, Maria Teresa Illuminato, Geremia Renzi, Marco Pellizola ecc.
Un portale o sito Accademia nell' accademia è null'altro che uno strumento didattico e uno star-gate attraverso cui sfuggire all' assedio-ghetto quotidiano, alle piogge acide, alle miserie del secolo cane-lupo che assedia l' Accademia di Brera.
Il suo funzionamento è vincolato a una volontà, a un atto collettivo.
G.Gaber direbbe: alla "partecipazione".

Rolando Bellini

mercoledì 16 febbraio 2011

GIANNI COLOMBO - SPAZIO ELASTICO

1967 GRUPPO T- MILANO

Ambiente invaso da luci nel quale lo spettatore viene in contatto, attraversandolo, con elastici fosforescenti posti sulle pareti. In quest’opera l’ingegneria è usata per un’arte ludica. L’autore spiega che il fruitore dell’opera avrà delle reazioni fisiche in base alla sua percezione ambientale. Quest’opera richiama molte delle operazioni del Gruppo T, dove la materia sembra portata alla sua tensione massima, dove vengono sperimentate la capacità di interazione di un ambiente con l’uomo e le sue reazioni a tale ambiente. In questo caso lo spettatore deve intervenire non come semplice osservatore, ma come strumento che causa la reazione: il fruitore si muove nello spazio ed interagisce con gli eventi che lo circondano, attivandoli, mettendo a disposizione il suo sforzo fisico. Le operazioni arrivano così a lambire le poetiche della performance.

ENRICO CASTELLANI- SUPERFICIE BIANCA


1993, COLLEZIONE PRIVATA

In Italia la vitalità dell' astrattismo fu legata alla nascita del MAC (movimento arte concreta), tra questi artisti Enrico Castellani si distinse per l' originalità di ricerca.
Condusse con rigore il suo percorso verso l' animazione della tela, sempre monocroma con avvallamenti e chiaroscuri provocati da chiodi e telai non visibili.

MICHELANGELO PISTOLETTO- AUTORITRATTI

Fu tra i primi ad aderire alla poetica pop.
Inizialmente le sue opere erano quadri su cui fondo , dipinto d' argento si stagliava una figura in seguito serigrafata su superfici davvero specchianti.
Con il dispositivo dello specchio, un personaggio abbigliato e atteggiato come nella vita di tutti i giorni, si ritrova attorniato dalle immagini che lo specchio riflette.
Una stessa opera non potrà essere vista allo stesso modo perchè sintesi di movimenti diversi.

GIUSEPPE CAPOGROSSI- SUPERFICIE


L'Italia informale gestuale trovò esponenti di rilievo come Capogrossi cui linguaggio fatto di  segni a forchetta che si dispongono sulla tela secondo scansioni ritmiche, è un' espressione chiara del livello cui può arrivare una forma d' arte non figurativa che ambisce a raggiungere una composisione altamente strutturata lontana dal caso e dall' improvvisazione.

PIERO MANZONI - MERDA D' ARTISTA


1961, milano museo del '900

l' opera consiste in una serie di confezioni, simili a quelle di carne in scatola che allora cominciavano a invadere gli scaffali dei supermercati. Sull' etichetta di ciascuna scatoletta, è riportata una scritta in piu lingue che attesta, con pignoleria “contenuto netto gr. 30 conservato al naturale. Prodotta e inscatolata nel maggio 1961”.
la carta che avvolge la scatola è punteggiata dal nome dell' artista come per garantire la qualità del prodotto.
L' idea di Manzoni era di vendere ogni barattolo come se si trattasse di 30 grammi d' oro, perche la sensibilità dell' artista doveva essere pagata a peso d' oro da un lato e dall' altro richiama l' equivalenza tra sterco e denaro elaborata dalla psicoanalisi.
L' intento di Manzoni era anche irridere il feticismo del collezionista contro la mitizzazione romantica dell' opera che renderebbe accettabile qualsiasi risultato, perchè esprima l' intimo dell' autore.
Gran parte della ricerca di Manzoni era volta all' esaltazione e alla contemporanea dissacrazione della figura dell' artista.

LUCIO FONTANA - CONCETTO SPAZIALE

1969, collezione privata

Durante la guerra Fontana si stabilì in Argentina dove nel 1946 pubblicò, con un gruppo di suoi allievi, il manifesto Blanco, con il quale si teorizzava il cosiddetto spazialismo:
un movimento che si proponeva di adeguare il linguaggio dell' arte al progresso scientifico, l ' apertura di mezzi tecnici che fossero al passo con le scoperte della scienza e come suggeriva il nome, un omaggio alle prime esplorazioni spaziali.
Seguendo questa linea dal 1947 inizio la sua ricerca prima con dei fori con del punteruolo su superfici poi con tagli.
Il gesto sfregiava il supporto tradizionale per portare lo sguardo dello spettatore oltre e dentro il quadro.
Taglio preciso su tela monocroma, con una concezione quasi zen, espresse l' intento di sfregiare il supporto e al tempo stesso di restituirgli vitalità.
Tutto il lavoro di Fontana è volto a superare la superficie piana del quadro, integrando un virtuosismo estetizzante e barocco con il dinamismo futurista e un' eccezionale capacità di sintesi compositiva.

LUCIO FONTANA- AMBIENTE SPAZIALE A LUCE NERA

1948-1949 (DISTRUTTO) cartapesta , vernice fosforescente, luce di Wood, dimensioni ambientali

L' opera nata nel 1948, viene allestita il 5 febbraio 1949 presso la galleria del naviglio a Milano.
Si tratta di uno spazio oscurato in cui appaiono, appese al soffitto, forme tridimensionali illuminate dalla luce violacea di Wood che forniscono un senso di sospensione e fluttuazione degli oggetti nello spazio.
L' ambiente che viene mostrato per soli sei giorni,suscitando scalpore e accese discussioni, è accompagnato dalla pubblicazione di un catalogo in cui compaiono i tratti dal manifesto blanco.
Lo spazio non è piu ospite dell' opera, statica e fredda, ma diviene esso stesso opera, si fa “ambiente spaziale” che suscita e accoglie i diversi stati emotivi del visitatore.
Nel suo scritto Fontana analizza lucidamente l' ambiente conducendone come primo aspetto la volontà di liberazione della forma, una chiave di lettura riconducibile del resto a ogni sua opera, perfino figurativa.
Nello spazio vuoto, libero dai piedistalli e sculture, il visitatore si immerge nella luce della lampada di Wood, una luce fioca e livida che modifica e rende irreale la percezione stessa dello spazio e del movimento.Lo straniamento percettivo amplifica le reazioni emotive personali e la relazione con il proprio corpo, Fontana stesso sottolinea come il visitatore si trovi a dover fare i conti con le proprie motivazioni interiori, la sua conoscenza, la sua stessa corporeità.
Le forme che pendono dal soffitto della stanza,  fluttuano liberamente nell' aria, sono poi motivi organici, curvilinei, che ricordano il lavoro grafico e plastico eseguito.

OSVALDO LICINI- ANGELI RIBELLI

Angelo ribelle su fondo rosso,1950, olio su tela
Osvaldo Licini, il cantore di un mondo astratto e incantato in cui persino «la geometria si trasforma in sentimento».

Il primo viaggio nella capitale francese è del 1917. Licini, che era nato nel 1894, vede lì il sipario che Picasso aveva realizzato per Parade di Jean Cocteau, con la musica di Eric Satie: Pegaso e la ballerina alati gli restano nella memoria. Presto anche il suo universo si popolerà di esseri volatili, fantasmi, angeli ribelli, figure immaginarie come le Amalassunte, un po’ vergini assunte in cielo e un po’ lune che accompagnano il viandante, ne ascoltano leopardianamente i lamenti, o ne condividono le gioie. Tra il 1921 e il 1926 è spesso a Parigi, ma la sua casa resta tra le colline marchigiane. Ed è proprio tra le mura della sua abitazione, da circa un anno acquisita dal Comune, che può iniziare la scoperta di un grande artista singolare, originale e bizzarro che si definiva «errante, eretico, erotico» e giocava con i segni, i sogni, le lettere dell'alfabeto e le parole. Sulla volta del soffitto, per esempio, Licini ha inventato un suo dipinto astratto per coprire le crepe lasciate da una scossa del terremoto: questo era il suo rapporto con la natura.

Nel Centro Studi di Monte Vidon Corrado sono raccolte le opere degli esordi. Prima di abbandonare la figura negli anni Trenta, esplora volti e paesaggi che lasciano già intravedere i suoi esiti astratti: gli alberi sono pennellate leggere, le colline sono dipinte come se fossero corpi femminili e sui nudi sembra possa germogliare il grano o nascere la vite. La terra è una grande madre, Gea, un corpo femminile che accoglie senza bisogno di essere conquistato.



 Nel 1919 quando in Europa soffia il vento del «ritorno all'ordine» che significa la ricomparsa della figura umana ben delineata e volumetrica, il nostro pittore realizza un'opera come L’arcangelo dove tutto è senza peso, solo contorno e sagoma.
La pittura di Licini parla sommessamente e affascina con sottile poesia quasi da “icona angelicata”.

EMILIO VEDOVA- CICLIO DELLA PROTESTA,CROCEFISSIONE CONTEMPORANEA

Veneziano, dal disegno dal vero passò all’ astrattismo informale, quasi senza soluzione di continuità.
Quando nel 1956 Palma Bucarelli, alla direzione della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, acquistò l'opera di Emilio Vedova Crocefissione contemporanea non mancarono le polemiche. L'opera veniva giudicata da più parti blasfema, già nel nome. Ma questo non impedì che fosse esposta alla Biennale di Venezia e che la Bucarelli scrivesse: «Mi parve (..) una delle migliori espressioni dell'arte, drammaticamente intensa e umana, di questo artista e che fosse opportuno assicurarla alle nostre raccolte».

ALBERTO BURRI- GRANDE LEGNO G59

1959, 200x185 legno acrilico e combustione sui tela, Roma galleria nazionale di arte moderna
la combustione dei legni decide la sorte estetica del quadro, si fa anch’ esso strumento del processo creativo.
Pur diversi per materiale le combustioni e i legni dichiarano un comune destino di deperibilità, ma è proprio per questo loro statuto di materia esposta alla cauterizzazione che si realizza per essi il passaggio dall’ informe alla forma.

ALBERTO BURRI- FERRO SP1

1958,Fondazione Burri , città di castello
La serie dei ferri,misteriose e crudeli barriere metalliche dove il riflesso rivela la chiara partitura spaziale disegnata dai tagli e dalle slabbrature.
Lo spirito geometrico di Burri dopo sacchi e combustioni trova qui un’ affermazione piu netta. Agli inizi degli anni sessanta questo percorso ha come un impennata in direzione gestuale che sembra contraddire l’ ordine superiore entro cui Burri ha saputo ricondurre la materia.

ALBERTO BURRI- GRANDE SACCO

1954 , cm 150x250
Sacco e supporto sono due entità costrette a stare insieme e tra le due si creano contrasti di forza: è per questo che il sacco risulta increspato.
 Ci sono tutte le caratteristiche della serie. Sono due grandi sacchi incollati su una superficie cuciti con un filo rosso molto spesso, li ha bucati e rattoppati. C’è sempre la presenza del bianco e del nero nella parte bassa della tela. Firma il quadro e ciò è un unicum. Tra i sacchi questo è il meno dilaniato, meno stracciato e la forza della juta.

ALBERTO BURRI- BIANCO

1952, Alberto Burri, Città di Castello, Fondazione Palazzo Albizzini, Vinavil su tela, bianco di zinco 51x45 cm.
Abbandono totale dei materiali tradizionali della pittura x materiali poveri,Burri esplorò nuove possibilità artistiche alla ricerca di immagini che assumevano un aspetto organico e vicino tragicamente alle tematiche esistenziali.
La struttura compositiva delle immagini di Burri è raffinata e rigorosa, basata su rapporti di colore materia dimensione e spazi.
In quest' opera come in tutto il suo percorso, muta la concezione della superficie pittorica e il concetto stesso di quadro. Il piano dell' opera rappresenta il campo in cui si verifica l' azione dell' artista, il suo luogo di lavoro e di ricerca, in cui si manifesta il rifiuto dei mezzi artistici tradizionali, e si introducono nuovi procedimenti tecnici per conseguire maggiori intensità espressive.

ALBERTO BURRI – SZ1

olio,1949 sacco su tela , cm 48x58
Città di castello, fondazione palazzo Albizzini,
collezione Burri.

Famosissima opera di Alberto Burri, viene considerata una anticipazione importante non solo della sua arte successiva, ma anche di molta produzione americana tra anni Cinquanta e Sessanta, in particolare del New Dada e della Pop Art. L’idea di utilizzare la tela quale protagonista dell’opera, e non come supporto, è sicuramente una sperimentazione linguistica per possibilità nuove. Ma ciò che rende improvvisamente denso di significati l’opera è che la tele utilizzate sono frammenti di sacchi ritrovati da un vissuto reale, testimoni sopravvissuti di valenze esistenziali che sono reali testimonianze storiche. Così la materia, che via via diverrà sempre più importante nella poetica di Burri, già mostra tutta la potenzialità che l’artista vi cerca: la memoria di eventi che l’hanno modificata in maniera radicale e irreversibile.
Burri dispone e incolla su tela alcuni frammenti di sacco di iuta che successivamente contorna, intervenendo in parte sulla superficie del sacco, con linee spesse e continue nere.

RENATO GUTTUSO- LA BATTAGLIA DI PONTE DELL’ AMMIRAGLIO

1952-1955.
Olio su tela, 321x521 cm.
Collezione privata.

La prima versione del dipinto, eseguita nel 1952 e presentata dall'artista alla Biennale di Venezia, è entrata a far parte della collezione degli Uffizi nel 2005; questa, realizzata tre anni dopo per l'Istituto Palmizio Togliatti di Frattocchie (Roma), è stata concessa in comodato, in previsione di destinazione permanente, alla Galleria nel 1998 ed esposta nel 1999 insieme a tutti gli studi preparatori.
Grande "affresco" popolare, preceduto da numerosi studi e bozzetti preparatori, con il quale l'artista si propone di aderire alla pittura storico-narrativa, in cui l'epopea garibaldina rappresentata ha la triplice valenza di memoria del personale (il nonno garibaldino), di storia corale della Sicilia (a Ponte dell'Ammiraglio i garibaldini entrarono a Palermo) e di riferimento simbolico alla battaglia politica della sinistra italiana contro la restaurazione di un superato ordine sociale. I personaggi ritratti, riconoscibili nella prima versione del dipinto, sono Antonello Trombadori, Aldo Turchiaro, Raffaele Leonporri, Saro Mirabella, Mario Penelope, Mario Socrate, Stefano d'Arrigo, Marino Mazzacurati, Luigi Longo, Giancarlo Paletta, Elio Vittorini.

Quali opere possono essere assunte a far parte di un'emblematica falange di capolavori del '900 che sia la più rappresentativa di quanto accaduto,poniamo,tra anni '50 e anni '60 nell'Italia artistica? Se ne indichino titolo,misure,tecniche nonchè ubicazione attuale e si tenti una descrizione puntuale (Stilare un promemoria per immagini,elenco di opere da non dimenticare,per un minimo di circa 30 titoli corredando ogni immagine estrapolata da internet dei seguenti dati:autore,titolo,data,misure,tecnica,ubicazione attuale.)

    1950 - 1960 avvenimenti :

-A Venezia continua l’ Esposizione Internazionale
d'Arte della Città di Venezia" ai Giardini di Castello.
I paesi presenti sono: Italia, Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Colombia, Danimarca, Egitto, Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Irlanda, Israele, Jugoslavia, Messico, Olanda, Portogallo, Spagna, Sudafrica, Svezia, Svizzera, U.S.A.
-Nasce "La Biennale", rivista ufficiale.
-Peggy Guggenheim istituisce la Peggy Guggenheim Foundation con l'obiettivo di legare la sua collezione alla città di Venezia

-A Roma nasce la rivista d'arte "Commentari", diretta da Mario Salmi e Lionello VenturiA Roma nasce la rivista "Civiltà delle Macchine", diretta da Leonardo Sinisgalli
-Nasce la rivista d'arte "L'esperienza moderna", diretta da Achille Perilli, con la partecipazione di Gastone Novelli e Cy Twombly. Usciranno in tutto 5 numeri.
-Si inaugura la "VII Quadriennale di Roma". Per l'occasione viene allestita la rassegna storica "La scuola romana dal 1930 al 1945", con opere di Scipione, Mario Mafai, Corrado Cagli, Mirko, Renato Guttuso, Afro, Leoncillo, ecc.
-Nasce "2RC stamperia d'Arte", diretta da Valter ed Eleonora Rossi. Dai loro torchi usciranno famose incisioni di Pierre Alechinsky, Francis Bacon, Alberto Burri, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Sam Francis, Henry Moore, Victor Pasmore, Julian schnabel, George Segal, Graham Sutherland, Victor Vasarely, ecc
-Alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma si inaugura "Arte italiana del XX secolo da collezioni americane" curata da James Thrall Soby, mostra con 192 capolavori di arte italiana dal 1900 al 1960, nata sull'esempio "Twentieth-Century Italian Art" al Museum of Modern Art di New York nel 1949
-Nasce il gruppo "Continuità", costituito da Carla Accardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Gastone Novelli e Achille Perilli, che attraverso una serie di mostre propone il superamento dell'Informale basato su un grande rigore strutturale e formale.


-A Milano viene pubblicata una “Proposta di un regolamento del movimento spaziale”, redatto da Lucio Fontana, Milena Milani, Giampiero Giani, Beniamino Joppolo, Roberto Crippa,Gianni Dova, Giorgio Kaisserlian e Antonino Tullier (18 marzo).
-Viene pubblicato il Manifesto del movimento spaziale per la televisione, firmato da A.G. Ambrosini, Alberto Burri, G. Carozzi, Roberto Crippa, Mario Deluigi, Gianni Dova, Lucio Fontana, Beniamino Joppolo, Milena Milani, Cesare Peverelli, Tancredi (17 maggio). Fontana sfrutta la televisione per trasmettere un programma d'arte.
-La Galleria del Naviglio di Milano ospita mostre sullo Spazialismo e su varie personalità dell'Informale, come Jean Dubuffet e Cy Twombly.
-Nasce la rivista "Realismo", che funge da centro di aggregazione culturale del vasto movimento realista, allora in atto.
-Fusione del "MAC" (Movimento Arte Concreta), italiano, con il gruppo francese "Groupe ESPACE".
-Apre il Padiglione d'Arte Contemporanea (PAC), grande spazio espositivo progettato da Ignazio Gardella.
-Al Palazzo Reale di Milano si inaugura una grande antologica di Pablo Picasso con la presenza anche di Guernica.
-Viene pubblicato il manifesto Per la scoperta di una zona d'immagini, redatto da Sordini, Manzoni, Zecca e Corvi-Mora.
-Vengono pubblicati i manifesti L'arte non è vera creazione e Per una pittura organica, redatti da Ettore Sordini, Piero Manzoni e Verga e nati come reazione ai "manierismi della pittura".
-Suscita grande impressione la personale di Yves Klein alla Galleria Apollinaire, dove espone 11 tele monocrome blu.
-Si scioglie il "Movimento Arte Concreta" (MAC), nato nel 1948.
-Nasce il "Gruppo T", ambito fondamentale dell'arte cinetica e programmata italiana. I componenti sono Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele Devecchi e Grazia Varisco. La loro ricerca è focalizzata sulla variabilità dell'oggetto e l'aziona diretta del visitatore.
-Apre la galleria Azimuth per iniziativa di Piero Manzoni e Enrico Castellani con la mostra "Linee" di Piero Manzoni. La mostra viene stroncata da Leonardo Borgese sul "Corriere della Sera";in occasione della mostra, esce il primo numero della rivista "Azimuth", diretta da Piero Manzoni ed Enrico Castellani.
-Piero Manzoni, Enrico Castellani, Heinz Mack e Otto Piene firmano il manifesto Contro il nulla.
-"IX Triennale di Milano". Al primo piano Lucio Fontana realizza Arabesco fluorescente, prima installazione spaziale in cui impiega tubi luminosi al neon. Appesi al soffitto, 200 metri di tubi fluorescenti in forma di spirale, aggrovigliati.

-A Firenze viene pubblicato il Manifesto dell'Astrattismo classico, redatto da Bruno Migliorini e firmato da Vinicio Berti, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi, Mario Nuti.
-Nasce la rivista d'arte "Paragone", diretta da Roberto Longhi.

-A Genova riapre la Galleria di Palazzo Bianco, ristrutturata e allestita su progetto di Franco Albini.

-A Palermo riapre la Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Abatellis, ristrutturata su progetto di Carlo Scarpa.

A Torino apre la Galleria Notizie con una personale di WolsA Torino apre la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea (GAM) in un nuovo edificio progettato da Carlo Bassi e Goffredo Boschetti.

-A Napoli nasce il "Gruppo 58", su iniziativa di Mario Colucci, con l'adesione di artisti come Guido Biasi, Bruno Di Bello, Lucio Del Pezzo, Sergio Pergola, Salvatore Paladino, Franco Palumbo, Mario Persico, Antonio Venditti. Il gruppo si colloca in una posizione di critica verso l'astrazione, affermando la possibilità di una nuova figurazione
-Viene pubblicato il Manifeste de Naples, manifesto firmato dai membri del "Gruppo 58", con l'adesione anche di Nanni Balestrini, Enrico Baj e Edoardo Sanguinetti e altri
-Nasce la rivista "Documento Sud"
-A Padova nasce il "Gruppo N", insieme al "Gruppo T", ambito fondamentale dell'arte cinetica e programmata italiana. I componenti sono Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa,

Mostre storiche:”i Fauves”,”il Futurismo”, “der Blaue Reiter”.
Grandi premi a Henri Matisse, Carlo Carrà, Ossip Zadkine.
Il pubblico italiano si confronta per la prima volta con la pittura di Jackson Pollock e degli espressionisti astratti.
1950 - 1960 Opere

Renato Guttuso:- finisce di dipingere “Occupazione delle terre incolte in Sicilia”, oggi alla Gemäldegalerie, Neue Sammlung di Dresda, opera di forte impronta realista, che nasce in un contesto di grande dibattito sul rapporto tra artista e masse.
- dipinge La battaglia di Ponte dell'Ammiraglio, oggi alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, in cui raffigura anche il nonno Ciro Guttuso, arruolatosi con le truppe garibaldine.

Alberto Burri:-realizza i primi “Sacchi”, composizioni pittoriche con frammenti di tela di sacco applicati sulla tela.
- realizza i primi “Gobbi”, composizioni pittoriche con parti rilevate a forma di gobbe, ottenute incastrando frammenti di legno tra la tela e il telaio.
-dipinge “Nero”, opera a olio, collage e catrame su tela, oggi alla Fondazione Burri di Città di Castello.
- realizza “Bianco”, grande composizione su tela, oggi alla Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino
- realizza “Grande Sacco”, grande composizione con tela di sacco su tela, oggi alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma
- realizza “Lo Strappo”, oggi in collezione privata.
- realizza “Grande Sacco”, grande composizione di tela di sacco su tela, oggi al Newark Museum di Newark, New Jersey.
- realizza “Tutto Nero”, grande opera con tele, acrilico, sabbia e vinavil su cellotex.
- realizza “Nero Bianco Nero”, opera a olio, sacco e cerniera su tela, oggi alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Alberto Burri realizza “Legno SP”, grande composizione con legno e combustioni su tela, oggi alla Fondazione Burri di Città di Castello.
- realizza “Ferro SP 1”, grande composizione di lamiere di ferro saldate, oggi alla Fondazione Burri di Città di Castello.
- realizza “Grande Legno G 59”, grande composizione con legno e combustioni su tela, oggi alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
- realizza “Grande Sacco Congo Binga”, grande composizione a olio e sacchi su tela su tela, oggi al Museum of Fine Arts di Houston.

Emilio Vedova:- dipinge “Campo di concentramento”, opera astratta di contenuto politico, caratterizzato da un intreccio di linee nere seghettate e spezzate.
- realizza il “Ciclo della protesta”, ciclo di tele informali, caratterizzate da potenti pennellate gestuali.
- dipinge i cicli di tele “Scontro di situazioni e Immagine del tempo”, apici della sua pittura gestuale.


    Osvaldo Licini:- dipinge “La sera (Grande)”, una delle prime “Amalassunte”, oggi alla Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
-dipinge i primi “Angeli ribelli”.

    Bruno Munari comincia a dipingere i “Negativi-positivi”, dipinti geometrici a tinte piatte, su superfici quadrate di diverse dimensioni, che interagiscono visivamente tra loro.

Mario Nigro dipinge il ciclo “Pannelli a scacchi”, tele caratterizzate da scansioni ortogonali bianche e nere, intervallate da rettangoli colorati, che richiamano le griglie neoplastiche del Mondrian più tardo.
-dipinge le prime composizioni di “Spazio totale”, il suo ciclo più famoso.

Lo Studio BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers) progetta la “Torre Velasca” a Milano, in rapporto con la tradizione architettonica medioevale propria di Milano.

Luigi Moretti realizza la palazzina “Il Girasole”, in viale Bruno Buozzi a Roma, definita da taluni un esempio ante litteram di architettura postmoderna.


Lucio Fontana:- dipinge alcuni Concetti spaziali con buchi su tele dipinte in bianco o giallo.
-Per la Fiera Campionaria di Milano, Lucio Fontana, in collaborazione con Luciano Baldessari, realizza Soffitto luminos, installazione di tubi al neon appesi al soffitto.
- dipinge “Concetto spaziale”. Golgotha, oggi al Museo del Novecento di Milano.
- inizia il ciclo dei cosiddetti “Tagli”, opere caratterizzate dalla presenza di tagli sulla tela.


Mario Deluigi:-dipinge “Composizione spaziale”, grande opera astratta, oggi in collezione privata.
- dipinge “Motivo sui vuoti”, oggi in collezione privata.

Enrico Baj dipinge “Figura atomica”, opera rappresentativa della sua adesione al Movimento nucleare.

Marco Zanuso disegna la poltrona “Lady” per la Arflex.

Pietro Consagra pubblica “Necessità della scultura”, una risposta polemica a Scultura lingua morta di Arturo Martini.

Roberto Gabetti e Aimaro Isola progettano in stile neo-liberty l'edificio della Bottega d'Erasmo a Torino, che verrà terminato nel 1956.

Giuseppe Capogrossi dipinge “Superficie 85 e Superficie 103”, splendidi esempi esempi di composizioni astratte.

Mimmo Rotella:- viene attratto dai manifesti strappati ed elabora la tecnica del "décollage", consistente nello strappo di immagini sovrapposte, incollate. I primi prodotti hanno l'aspetto di opere astratte, in cui non si riconoscono le immagini originali.
- sviluppa ulteriormente la tecnica del "décollage", facendo in modo che le immagini conservino ancora elementi riconoscibili dei manifesti originari.


Ettore Colla realizza Il re, la prima scultura ottenuta assemblando elementi di scarto industriale.

Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli, Giuseppe Valtolina ed Egidio Dell'Orto progettano il Grattacielo della Pirelli a Milano.

Marino Marini incide “Due pomone”, una delle prime acqueforti.

Gastone Novelli:- stende una guida all'alfabeto, intitolata “Scritto sul muro”.
- dipinge “Peggio e Giocattolo sbavamuro”, prime tele con graffiti ed elementi gestuali su superfici materiche.

Piero Manzoni:- realizza i primi Achrome, oggetti completamente bianchi, privi di ogni valore rappresentativo, descrittivo, espressivo e autobiografico, ottenuti ricoprendo la tela con gesso grattato o marcato.
- realizza le prime “Linee”. La più lunga sarà la Linea di 7200 m, realizzata nel 1960 per il Kunstmuseum di Herning.
- realizza i “Corpi d'aria”, sculture che prendono forma grazie all'aria in esse contenuta.
-Il 4 luglio, a Herning (Danimarca), Piero Manzoni realizza Linea, 7,200 m, linea dipinta su un rotoli di carta di 7200 m., racchiuso in un contenitore cilindrico, ricoperto di riquadri simili a quelli dei suoi Achrome.
-Il 21 luglio, alla galleria Azimuth di Milano, ha luogo la famosa performance di Piero Manzoni, intitolata Consumazione dell'arte dinamica del pubblico divorare l'arte. L'artista firma con la sua impronta digitale diverse uova bollite, che vengono offerte al pubblico affinché le mangi.
-Piero Manzoni pubblica sulla rivista "Azimuth" il saggio Libera dimensione, che teorizza il concetto di "spazio totale", cioè di un'opera d'arte che vada oltre l'idea del semplice quadro ricoperto di forme e colori.

Carla Accardi dipinge Integrazione lunga, grande composizione astratta su fondo nero, oggi alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.

Achille Perilli:- dipinge “Viaggio nel cuore delle cose”, una delle prime tele informali con grovigli di segni graffiti sullo sfondo bianco.
-        dipinge “La grande Eva”, in cui sperimenta la suddivisione dello sfondo in due zone.

Leoncillo:- realizza “Ore d'insonnia”, capolavoro della scultura informale.
-realizza “Taglio bianco”, scultura in terracotta smaltata.

Enrico Castellani realizza varie opere “Senza titolo”, con olio e fili su tela imbottita, primo passo verso le composizioni monocrome su tela estroflessa.

Michelangelo Pistoletto:- comincia a dipingere figure intere a grandezza naturale, prive di ogni espressività.
- realizza i primi Autoritratti, grandi lastre di acciaio lucidate che riflettono gli accadimenti dello spazio circostante, su cui si stagliano le forme dei suoi autoritratti.

Jannis Kounellis comincia a dipingere la serie Alfabeto, in cui stampa lettere, numeri e frecce su tele e fogli di carta bianchi.

Giulio Turcato dipinge “La Bava”, oggi nelle Civiche Raccolte d'Arte di Milano, che rappresenta il momento culminate dell'Informale.

Gianni Colombo realizza “Rilievi ipermutabili”.

Giuseppe Uncini realizza “Cementarmato”, grande scultura in cemento armato, oggi nella collezione della famiglia.